Abbiamo una regola di vita scritta nelle Costituzioni del nostro Istituto, le quali sono state approvate dalla Sede Apostolica.
Fine dell’Istituto e sue caratteristiche generali
art. 1 – L’Istituto secolare «Cristo Re» è, nella Chiesa, una comunità di laici chiamati dallo Spirito a consacrarsi a Dio nella condizione di secolarità loro propria.
art. 2 – Fine dell’Istituto è aiutare i propri membri a custodire e portare a pienezza, nell’intelligenza della fede e nella carità, il dono della consacrazione, quale sviluppo e specificazione della consacrazione battesimale, nella condizione secolare.
art. 3 – Per i membri dell’Istituto la ricerca di pienezza di carità si attua, in modo peculiare, vivendo nel mondo per ordinarne le realtà secondo Dio. Tale modalità costituisce l’aspetto qualificante della loro consacrazione.
art. 4 – La Comunità dell’Istituto si ispira a Cristo Re per significare che i propri membri, attraverso la partecipazione al mistero della Sua morte redentrice, intendono vivere e operare nel mondo e nella Chiesa per testimoniare la sovranità di Cristo risorto e glorificato. La denominazione dell’Istituto significa inoltre che per i suoi membri la prospettiva del Regno di Dio si fa principio animatore della storia.
art. 5 – La risposta ad una comune vocazione costituisce i membri dell’Istituto in autentica fraterna comunità. Fra i singoli e l’Istituto si attua un vincolo stabile, mutuo e pieno. Esso comporta impegno di stabilità nello stato di vita e di fedeltà verso l’Istituto, garantito dalla comunione fraterna e dal rapporto con i Responsabili.
art. 6 – La vita dell’Istituto è regolata dalle norme della Chiesa relative agli Istituti secolari e dalle presenti Costituzioni.
Gli impegni fondamentali
art. 7 – Per attuare la loro vocazione i membri, in docilità allo Spirito e confidando nell’amore misericordioso di Dio, si impegnano nell’Istituto:
- a vivere, mediante i voti, secondo le precisazioni delle Costituzioni, le virtù evangeliche di povertà, castità e obbedienza;
- a sviluppare, nella preghiera, il rapporto filiale con Dio in Cristo;
- a vivere le realtà secolari per ordinarle secondo Dio;
- a dare a tutto il loro operare intenzione di carità per la crescita del “Cristo totale” e a partecipare alla diffusione del messaggio cristiano nelle modalità proprie dei laici.
Virtù evangeliche
art. 9 – I membri dell’Istituto considerano le virtù evangeliche di povertà, castità, obbedienza quali espressione di una consacrazione che, rinnovandoli a immagine e somiglianza di Cristo, li apre in Lui a ineffabile rapporto d’amore a Dio e a tutti gli uomini. Pertanto essi si impegnano a viverne, in spirito di fede, con generosità e gioia, il valore:
- di segno della condizione in cui «alla fine senza fine» Dio sarà tutto in tutti;
- di radicale conformazione a Gesù Cristo;
- di particolare unione al mistero della Chiesa;
- di liberazione dagli impedimenti che potrebbero distoglierli dal fervore di carità;
- di singolare capacità di servizio per una edificazione della città terrena che, nel rispetto delle leggi proprie, sia sempre fondata nel Signore e a Lui diretta;
- di piena disponibilità per l’opera di evangelizzazione.
La preghiera
art. 27 – I membri dell’Istituto riconoscono nella preghiera il momento in cui, in modo singolarissimo, si esprime la loro consacrazione a Dio e in essa trovano la fonte insostituibile per vivere da figli di Dio ogni aspetto della propria esistenza. La loro preghiera, alimentata nell’ascolto della Parola di Dio, in docilità piena allo Spirito santo, ha per centro il mistero pasquale rivissuto nella celebrazione eucaristica e in unione a Maria Madre di Gesù e Madre della Chiesa. I bisogni e le attese della Chiesa e del mondo costituiscono particolare contenuto della loro preghiera.
L’impegno nelle realtà temporali
art. 31 – Chiamati a cercare il Regno di Dio trattando le realtà temporali, i membri dell’Istituto partecipano responsabilmente alla vita ed ai problemi delle comunità in cui vivono, per contribuire a farle crescere secondo Dio, a servizio autentico dell’uomo. L’impegno nelle realtà temporali trova particolare espressione nelle attività lavorative di cui i membri riconoscono e vivono il profondo valore umano, sociale e politico.
Tale impegno si esprime inoltre con la presenza nelle strutture e nelle istituzioni culturali, sociali, politiche, amministrative, educative, assistenziali, ricreative ed in ogni altro ambito nel quale si articola e si costruisce la vita delle singole persone e delle comunità.
Questo impegno tuttavia può assumere forme e intensità diverse a motivo delle differenti situazioni di vita e delle condizioni di età o di salute, senza che il valore della consacrazione secolare ne sia diminuito.
I membri dell’Istituto vi attendono in spirito di obbedienza alla volontà di Dio che ricercano insieme al Responsabile considerando attitudini, capacità, preparazione e aspirazioni personali.
Con i loro redditi essi, oltre a provvedere al mantenimento della vita propria e dei familiari, aiutano il prossimo, la Chiesa e concorrono al sostentamento dell’Istituto.
L’impegno di evangelizzazione
art. 33 – Chiamati a partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, i membri dell’Istituto:
- offrono la loro testimonianza vissuta di fedeltà alle virtù evangeliche;
- attendono come a compito primario ed immediato alla messa in atto di tutte le possibilità evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nelle realtà del mondo;
- animano attraverso la proposta evangelica i valori culturali dell’uomo;
- fanno dei rapporti umani altrettante occasioni per dare ragione della loro speranza, per annunciare e testimoniare il messaggio evangelico;
- si rendono disponibili a collaborare con i loro Pastori, in spirito di corresponsabilità e nel rispetto della vocazione propria dei laici, nel servizio della comunità ecclesiale per la sua crescita e vitalità.